domenica 8 luglio 2012

... e ddai Squinzi, pe' favore!

Lo so che fare dell'ironia  sulle dichiarazioni confindustriali è come sparare sulla crocerossa (... ma ATTENZIONE, le parti si capovolgono se lavorate per uno dei suoi associati!), tuttavia questa volta il loro presidente ha superato lo standard consueto.
E lo ha fatto alla presenza della CGIL tutta (adnkronos: Squinzi a Serravalle Pistoiese) che, ed è il meno che si possa dire, se l'è tutta meritata.

Dice Squinzi:

--> "E' un primo passo nella direzione giusta" ma "dobbiamo evitare la macelleria sociale"
... avrei giurato che non è il primo passo ma che il Governo stia correndo da tempo verso la macelleria sociale o, forse, si preoccupa solo di non essere investito dagli schizzi?

-->  ed assegna all'esecutivo "un sei meno meno, diciamo tra il 5 e il 6"
... se voleva essere così preciso poteva utilizzare la scala centesimale adottata all'esame di maturità, non vi pare?
Comunque è divertentissimo l'atteggiamento dei "poteri forti" nei confronti di questo Governo  che sostegono di fatto, ed in una misura che avrebbe fatto invidia al più solido monocolore democristiano, ma che sui media schifano e nei confronti del quale specano le prese di distanza ed i distinguo.
Quella attuale è una delle più ampie e convinte sceneggiate rappresentate in Italia negli ultimi tempi, anche più ampia e capillare di Manipulite.

--> "Abbiamo vissuto 30 anni da cicale, ora dobbiamo iniziare a pensare da formiche"
 ... ma di chi sta parlando? Non certo dei lavoratori che da circa 30 anni vedono ridursi il potere d'acquisto reale. E se il lavoratori (... che sarebbero il "mercato" di sbocco di quanto producono i suoi associati!) iniziassero a pensare da formiche più di quanto già si sforzino di essere oggi (adnkronos: 2012-06-21 "Consumi"), come pensa di alimentare la famosa "crescita"?

 --> Quanto a una eventuale patrimoniale, "se non tocca le imprese mi sta anche bene"
... sul motivo "NOI NU' CACCIAMO 'NA LIRA"; questa uscita è sublime perchè Monti non toccherà mai il mondo della Finanza, in quanto ne è espressione ed esecutore, il mondo del Lavoro già sta pagando la sua patrimoniale (IMU, etc.) ed è già spremuto oltre ogni ragionevole logica economica, e quindi gli unici spremibili sono loro, il mondo della Produzione (... anche se spremibili lo sono poco e non lo saranno a lungo, se continua così).

-->
In ogni caso, "ci vorrebbe più concertazione ma concertazione non vuol dire diritto di veto: si deve parlare, si deve discutere ma poi si devono prendere decisioni e possibilmente soluzioni condivise".
... bello e commovente: De Amicis non avrebbe saputo farlo dire meglio da Garrone, peccato che una delle due parti sociali sia rappresentata da Fanti (wiki: "Cuore")!
Per delle parti socuiali strutturalmente in conflitto, e di cui una è stata perdente negli ultimi 30 anni, non c'è dubbio che il confronto non potrebbe che essere pacato, civile e costruttivo e chiudersi con un compromesso equilibrato che non lasci cadaveri sul tappeto. O addirittura, Dio non voglia, con un VETO (...ovvove, ovvove gvandissimo)!

--> "Il balletto dei numeri sugli esodati è un problema che ci preoccupa ...: se sono 50mila vediamo, ma se sono 300mila non siamo in grado di sopportare questa situazione"
 ... fermo restando che la questione degli esodati è pazzesca al limite dell'onirico ed ingiusta al limite dell'infamia, mi vengono due impertinenti cionsiderazioni:
  • la prima è che non vedo (ma qui potrei essere in errore) di cosa si dovrebbero preoccupare: di fronte ad un esodato potrebbero versare alcune lacrime di coccodrillo, stringersi nelle spalle... e pensare che disfarsi dei "vecchi" è uno dei pilastri della politica del personale dal tempo dei faraoni;
  • la seconda è che nessuno sembra sapere nulla in questa Nazione, peraltro ricca di enti di ricerca, di uffici studi, di analisi statistiche, demografiche, di mercato etc.; senza dimenticare che l'esatto numero degli esodati forse il Governo non lo conosce ma INPS e Confindustria immagino che abbiano tutti gli strumenti per stimarlo alla perfezione.



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